Da due o tre giorni non si parla di migranti
e annegamenti, di barconi rovesciati e viaggi della speranza via mare, via
terra, sui camion o a piedi nei campi dei Balcani.
Non si parla, da qualche ora, di decapitazioni e tagliagole che uccidono
"infedeli", ma anche la Storia e la cultura.
Di abusi sull'infanzia e sugli anziani e di
femminicidi quasi quotidiani.
Di rapine che finiscono nel sangue, di omicidi di mafia o di camorra e di
regolamenti di conti a pistolettate, nei bar e per le strade.
In compenso, mentre in Brasile, in vista
delle Olimpiadi, pare si faccia pulizia uccidendo bambini di strada e di
favelas, Israeliani e Palestinesi continuano ad ammazzarsi per vendetta e per
principio.
I Russi bombardano anche gli ospedali in
Siria e in Turchia si fa strage di giovani, innocenti pacifisti che invocano e
cantano sereni la fine delle atrocità.
E' terrorismo, forse di stato.
Diecimila persone hanno manifestato per le
strade di Istanbul, dopo l'attentato - cento morti, duecento feriti - accusando
lo Stato di essere responsabile dell'eccidio. Sorvegliati dalla polizia in
tenuta anti-sommossa, i dimostranti hanno esposto striscioni e cartelli con le
scritte "Stato assassino", "conosciamo i colpevoli" e hanno
chiesto a gran voce le dimissioni del presidente Erdogan.
Anche la natura partecipa allo scempio e alla
follia dell'uomo, unico e certo responsabile di tutto, esondando, franando,
distruggendo case, cose, paesi e persone.
Mentre
qualcuno spera nell'indulgenza del vicino Giubileo e nel riscatto delle
coscienze, la violenza continua a dominare il mondo.
11
ottobre 2915 (Alfredo Laurano)
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