Ogni anno i Tg e tutte
le TV riciclano i servizi sul Natale, su cosa regali, su quanto spendi, cosa
mangi al cenone e così via. Sempre uguali, stesse immagini e stessi testi, a
volte un po' aggiornati, con poche sforbiciate di rapido montaggio.
Stavolta, lo faccio
anch'io, perché una certa attualità non cambia mai e l'idiozia non va in
pensione. Ripropongo questo articolo che ha due anni sulle spalle, ma non li
dimostra affatto....
(23 dicembre 2013)
(23 dicembre 2013)
Due barbare e incivili usanze imperversano da sempre in
questi giorni, giustificate e consacrate dal paravento della tradizione: oroscopi
e tarocchi un tanto al chilo e i botti scaccia guai, nel gioco della guerra,
sui balconi.
Un rito macabro e banale che
ogni anno si ripete e si rinnova per ricordare, “urbi et orbi”, usi e costumi
fortemente radicati nella stupidità umana.
Nel primo caso, c’è poco da fare: la forza suadente e
suggestiva della magia bilancia e nutre quella delle illusioni che accompagnano
l’uomo nella sua immensa fragilità: il fascino della speranza, la voglia di
miracolo, tra fatture, scongiuri e malocchio.
Nel Dialogo di un Venditore di Almanacchi, il
Passeggere (Leopardi) chiede:
“Credete che sarà felice quest’anno nuovo?”
Venditore: “Oh illustrissimo si, certo”.
Passeggere: “Come quest’anno passato?"
Venditore: “più, più assai”.
Ma invitato a dire se sia mai stato felice nel passato, il
venditore nega di esserlo mai stato e ammette che in nessun caso accetterebbe
di rivivere la vita trascorsa, con tutti i piaceri e i dispiaceri provati.
Quindi, è solo l’attesa di un
futuro migliore che ci fa vivere volentieri la nostra vita, che alimenta sogni
e desideri, che vince paure e debolezze, che coltiva chimere e tentazioni (come
nel Sabato del Villaggio).
E’ su questo che si basa la ricca industria dei segni
zodiacali, delle divinazioni da periferia di sciamani analfabeti, delle
previsioni fondate su astri, ascendenti, pendolini, tarocchi, macchie di caffè
e sfere di cristallo, vendute a basso costo da maghi, sibille, e ciarlatani,
nell'incredibile fiera dell’incanto, della facile lusinga e dell’inganno.
Quest’arte surreale dell’assurdo, anziché essere
analizzata e contrapposta al dubbio della ragione e del buon senso - attraverso
le necessarie indagini sui cosiddetti fenomeni paranormali - viene
pubblicamente esibita come neo-scienza, enfatizzata e colpevolmente amplificata
da libretti, riviste, giornaletti e oscene pubblicazioni, nonché da radio e
televisioni locali e nazionali che la propongono a iosa in autentici
programmi spazzatura.
Conduttori servili, deferenti e ruffiani cercano di
confondere, zittire e denigrare gli scettici e i fautori delle risorse
della razionalità, come fanno, spesso e volentieri, con i bistrattati
missionari del Cicap.
Ridicolizzando la vera scienza e la sperimentazione e capovolgendo, incredibilmente, i ruoli.
Ridicolizzando la vera scienza e la sperimentazione e capovolgendo, incredibilmente, i ruoli.
Sempre pronti invece ad esaltare e magnificare ospiti ambigui e fasulli personaggi da riserva sub-culturale; o sedicenti medium, d’ogni razza e continente, che parlano con angeli e defunti e propinano, senza vergogna, improbabili teorie; o pagliacci e attrazioni da circo d’altri tempi.
Le cui previsioni, puntualmente, falliscono, come sempre e come ogni anno, ma che, ahimè, troppo presto vengono dimenticate e mai verificate.
Nulla è cambiato dall'era di aruspici e indovini e delle
invincibili forze dell’occulto.
Presagi e prodigi, amuleti e talismani ancora condizionano
la vita di milioni di persone!!
L’altro rito, tanto caro ai
tifosi del petardo: "scoppio, dunque sono…. un imbecille!", conta in
parte sulla stessa filosofia del Venditore di Almanacchi e, più in generale,
sulla già detta voglia di fortuna e di speranza.
A dispetto di tutto - pure della crisi più nera - che
attrae, come la calamita con il ferro, i fedelissimi seguaci di Sirio, di
Branco, del divino Otelma, del Mago d’Arcella e di cazzari vari contaballe, cui
fanno copiose donazioni per farsi dire che son belli, sani e molto amati; e
che, prima o poi, vinceranno addirittura un lavoro da precario, la lotteria, o
il grattaevinci.
Tutte le mattine, magari,
questi illuminati cittadini non fanno un passo prima di aver letto l’oroscopo
del giorno ma, quando si tratta di far gli eroi a Capodanno nella guerra dei
fuochi dai balconi, non sentono nessuno, non consultano gli astri, non chiedono
agli esperti se perderanno un occhio, un dito, un braccio o anche la
vita.
Quello che conta è cacciare l’anno vecchio - gli
sparano, anche se muore da solo, secondo il calendario - e accogliere con,
palese ipocrisia, quello nuovo, nell'infantile, eterno gioco del circolo
vizioso.
Oltre a buttare soldi nella
assurda gara del rumore – che per tanti al mondo significa guerra vera, morte,
terrore, mutilazioni e paura delle bombe e dei fucili – non pensano nemmeno a
quanto male facciano agli animali che si spaventano, tremano, fuggono
impazziti, perdono l’orientamento, muoiono di crepacuore.
Ben venga l’ordinanza che a Milano, Venezia, Bari, Palermo e
in tanti altri Comuni vieta l’uso di sparare botti, razzi, “spread”
e tric trac a tutti i rambo di quartiere.
Chi proprio vuol togliersi lo
sfizio, può andare in Siria, a Gaza o in Afghanistan….
E’ giusto difendere e proteggere gli animali.
Tutti, compreso quello umano,
dalla sua stessa “fragorosa” imbecillità.
30 dicembre 2011
AlfredoLaurano
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