Questo il clima di violenza e di timore che da tempo si respira nel
paese, a prescindere da numerosi altri fatti di sangue, rapine, omicidi,
suicidi e atti di follia, già oggetto di cronaca in tempi recenti.
A Laura Boldrini – presidente della Camera – arrivano continue minacce di
morte, di stupro, di tortura, spesso accompagnate da immagini ripugnanti e
fotomontaggi: il suo volto sorridente sul corpo di una donna violentata da un
uomo di colore o su quello di una donna sgozzata, con il sangue che riempie un
catino a terra.
Sono diverse centinaia di fogli
stampati, migliaia di scritte e di commenti.
Queste minacce si moltiplicano nel giro di poche settimane con il tipico
effetto valanga che la Rete produce. Siti di destra, razzisti e xenofobi,
pagine Facebook, per un fenomeno che si estende a macchia d'olio,
incontrollabile.
Quando si segnala un reale pericolo o si lancia un allarme, come ha fatto
appunto la Boldrini - che peraltro non ha mai chiesto, né auspicato alcuna
forma di censura - o la polizia postale interviene per cancellare un insulto o
per oscurare un sito che incita all’odio sociale o razziale, c'è una reazione
spropositata della Rete che invoca la libertà, parla di repressione e denuncia
la violazione della privacy. Quella dell’ aggressore, non quella della vittima
o del destinatario!
Con annesse accuse di abuso di potere, riprese e diffuse da zelanti
politici in cerca di visibilità, da pseudo-intellettuali e da sociologi del nulla, pronti a strumentalizzare e
speculare su ogni virgola o parola.
Spuntano così dal nulla i novelli paladini della libertà. Tanti numi
tutelari dello sfogo digitale e del ricatto da tastiera che, di fatto,
propugnano l’anarchia sul Web e difendono quell’ esercito di terroristi
telematici che brandiscono l’arma dell’intimidazione e dell’oltraggio, in nome
di una presunta autonomia, che diventa arbitrio e strapotere. Qualcuno ricorda
la straordinaria parodia di Corrado Guzzanti della Casa delle Libertà “Qui
ognuno fa come c… gli pare!”?
Chi usa la Rete a questi scopi, ne mortifica il valore e l’importanza e
la trasforma in simulacro della prepotenza, dell’inciviltà e dei più bassi
istinti, attribuendo ad essa una sacralità che non possiede, né può avere.
Sono quei vili che trovano il coraggio solo se nascosti nell’anonimato o
dietro lo schermo di un computer. Sono espressione di un forte disagio
esistenziale, di disordine morale e sessuale, di una mentalità spesso misogina
e maschilista. Adoratori del falso totem dell’indipendenza che predicano la religione
della violenza su donne, bambini,
animali e su tutte le creature più fragili e indifese.
Non sempre la brutalità è una
fatalità, un incidente, un raptus imprevedibile!
10 maggio 2013
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