sabato 11 maggio 2013

IL DEGRADO DELLA LIBERTA'

Cinque donne uccise in tre giorni; altre deturpate con l’acido, stupri e bullismo di gruppo; un assassino reo-confesso (ha strangolato la sua ragazza) rimesso in libertà, dopo 12 mesi di carcere, per scadenza termini e perché non ancora fissata la data del processo; minacce, ingiurie e persecuzioni sul Web o via postale; stalking in crescente aumento; atti di pedofilia e abusi sessuali nelle famiglie, nelle parrocchie e nelle comunità.
Questo il clima di violenza e di timore che da tempo si respira nel paese, a prescindere da numerosi altri fatti di sangue, rapine, omicidi, suicidi e atti di follia, già oggetto di cronaca in tempi recenti.

A Laura Boldrini – presidente della Camera – arrivano continue minacce di morte, di stupro, di tortura, spesso accompagnate da immagini ripugnanti e fotomontaggi: il suo volto sorridente sul corpo di una donna violentata da un uomo di colore o su quello di una donna sgozzata, con il sangue che riempie un catino a terra.
E una lunga serie di messaggi piuttosto espliciti: "ti devono linciare, puttana", "abiti a 30 chilometri da casa mia, giuro che vengo a trovarti", "ti ammanetto e ti chiudo in una stanza buia e ti uso come orinatoio, morirai affogata", "gli immigrati mettiteli nel letto, troia". Dopo l’attentato di Palazzo Chigi, "dovevano sparare a te", "la prossima sei tu", "cacati sotto, a morte i politici come te".
Sono diverse centinaia di fogli stampati, migliaia di scritte e di commenti.  Queste minacce si moltiplicano nel giro di poche settimane con il tipico effetto valanga che la Rete produce. Siti di destra, razzisti e xenofobi, pagine Facebook, per un fenomeno che si estende a macchia d'olio, incontrollabile. 

Quando si segnala un reale pericolo o si lancia un allarme, come ha fatto appunto la Boldrini - che peraltro non ha mai chiesto, né auspicato alcuna forma di censura - o la polizia postale interviene per cancellare un insulto o per oscurare un sito che incita all’odio sociale o razziale, c'è una reazione spropositata della Rete che invoca la libertà, parla di repressione e denuncia la violazione della privacy. Quella dell’ aggressore, non quella della vittima o del destinatario!
Con annesse accuse di abuso di potere, riprese e diffuse da zelanti politici in cerca di visibilità, da pseudo-intellettuali e da sociologi  del nulla, pronti a strumentalizzare e speculare su ogni virgola o parola.

Spuntano così dal nulla i novelli paladini della libertà. Tanti numi tutelari dello sfogo digitale e del ricatto da tastiera che, di fatto, propugnano l’anarchia sul Web e difendono quell’ esercito di terroristi telematici che brandiscono l’arma dell’intimidazione e dell’oltraggio, in nome di una presunta autonomia, che diventa arbitrio e strapotere. Qualcuno ricorda la straordinaria parodia di Corrado Guzzanti della Casa delle Libertà “Qui ognuno fa come c… gli pare!”?

Chi usa la Rete a questi scopi, ne mortifica il valore e l’importanza e la trasforma in simulacro della prepotenza, dell’inciviltà e dei più bassi istinti, attribuendo ad essa una sacralità che non possiede, né può avere.
Sono quei vili che trovano il coraggio solo se nascosti nell’anonimato o dietro lo schermo di un computer. Sono espressione di un forte disagio esistenziale, di disordine morale e sessuale, di una mentalità spesso misogina e maschilista. Adoratori del falso totem dell’indipendenza che predicano la religione della violenza su donne,  bambini, animali e su tutte le creature più fragili e indifese.
Non sempre la brutalità è una fatalità, un incidente, un raptus imprevedibile!
10 maggio 2013                                                  
                                      AlfredoLaurano
                                                                                                                                                                       


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