Affascinante e
coinvolgente
nella sua trama e nelle atmosfere tristi e nevose di una cittadina tedesca di
fine ottocento. Si sente il freddo, si percepisce la fame, si contano le poche
monete.
Tratto
dall'omonimo romanzo di Petra Durst-Benning, “La soffiatrice di vetro” è un
film drammatico diretto da Christiane Balthasar, ambientato nel 1890 a Lauscha,
una piccola località dedita all'arte della soffiatura del vetro. Lo ha
trasmesso, l’altra sera, Raitre.
È
la storia di due sorelle, Johanna (Luise Heyer) e Marie Steinmann (Maria
Ehrich), rimaste completamente sole dopo la morte del padre. L'uomo, esperto
soffiatore di vetro, ha trasmesso alle proprie figlie la sua passione,
nonostante l'arte vetraria in quegli anni fosse prerogativa esclusivamente
maschile e un esercizio vietato alle donne.
Inizialmente
le due ragazze cercano di lavorare per tirare avanti: Johanna nel laboratorio
di vetreria di Friedhelm Strobel, come assistente commerciale, e Marie dipinge
i manufatti in vetro nello studio di Wilhelm Heimer, dove conosce e sposa
l'arrogante figlio di quest'ultimo, Thomas. Chiusa nel suo mondo fatto di
colori, matite e bacchette di vetro, Marie, affascinata dai colori e dalle
sfumature, scopre la sua vera passione per la decorazione. Si rivelerà come la
vera artista della famiglia.
Ben
presto, Johanna e Ruth dovranno scontrarsi con la dura realtà. Si ritroveranno
al centro di sfruttamento e violenza e saranno costrette a lottare in un mondo
chiuso alle novità e condizionato dai pregiudizi.
Fino
a quando non decideranno di prendere il destino nelle proprie mani, sfidando la
tradizione e continuando da sole in mestiere del padre, soprattutto quando tra
le loro creazioni spiccherà uno dei simboli più iconici del Natale.
E
sarà proprio Marie, sfidando convenzioni e pregiudizi, che farà rivivere la
bottega di famiglia: diventerà lei stessa una soffiatrice di vetro e, grazie
alle sue grandi capacità ed alla sua fervida fantasia, creerà le basi per
quella che diventerà un’impresa tutta femminile, nella quale le giovani donne
sole ritroveranno dignità, indipendenza e amore.
Come nelle più belle favole, dove trionfa il sentimento.
Come nelle più belle favole, dove trionfa il sentimento.
Un
racconto avvincente, con un’ottima ambientazione storica e un interessante
studio psicologico dell'animo femminile. Le sorelle, in modi diversi, esaltano
le capacità e l'intraprendenza delle donne.
Cast
e regia appaiono eccellenti, il ritmo narrativo è giusto e misurato, i
personaggi sono ben caratterizzati e le vicende, personali e semplici in
apparenza, tengono lo spettatore con il fiato sospeso, per conoscere la sorte
delle sorelle.
Un
film che commuove e che convince, che non lascia indifferenti.
28
dicembre 2019 (Alfredo Laurano)
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