In
una specie di garage, tra automobili di ogni tipo, accessori, gomme e parti di
ricambio, che arredano e danno un senso a quegli spazi e a quell’ambiente. Insomma
un salone di bellezza per vetture, dove si vendono, si acquistano, si cambiano.
E si fanno pure belle.
Ma
dove, volendo, si mangia pure, fuori orario, si sorride, si chiacchiera e si
sta in buona compagnia. Con tanto di barbecue, posizionato sul piazzale, tra
altre auto che si godono la serena notte.
Una
bella sensazione, qualcosa di inconsueto, di inusuale e originale. Di confortevole
e personalizzato, nella sua disarmante semplicità, a confine fra fiaba, cinema
e magia.
Tutto
attrezzatissimo: una pratica e completa cucina, con forno e frigo d’ordinanza, bagno
e area relax, un bel tavolo fratino e tanto vino; un grande schermo alla parete,
una stufa da bar-ristorante a scaldar l’ambiente. Non manca l’angolo dei bimbi
e qualche gioco.
Sembra
di abitare un grande loft americano - oggi assai di moda - ricavato da uno
spazio industriale o commerciale di notevole superficie, quasi senza divisori e
con altezze interne assai maggiori rispetto ai normali appartamenti e agli
immobili costruiti a uso residenziale. Un
luogo unico e caratteristico, capace, tuttavia, di creare una certa intimità.
A
differenza del famoso film del 1969, “Metti una sera a cena”, con Florinda Bolkan, non c’è nulla di
amorale o di consumata noia esistenziale di una certa società. L’atmosfera è
familiare, calda e stimolante nella sua distintiva specificità. Anche perché
l’ambiente lo fanno le persone, al di là della cornice, dello sfondo e del
contorno.
E
tutto acquista più sapore, più valore, più profumo di affetto e di amicizia.
E,
per giunta, è anche Natale.
Grazie
Laura, grazie Marco e famiglia intera.
23
dicembre 2019 (Alfredo Laurano)
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