Non passa giorno che l’orrore non si imponga
alla cronaca del mondo.
La crudeltà della bestia umana non finisce
mai di sorprendere e di sconvolgere la vita e i sentimenti dell’altra parte
dell’umanità.
Omicidi, femminicidi, infanticidi, stragi
familiari e dell’assurdo sono il pane quotidiano che sazia la nostra fame di
conoscenza.
In America, la polizia ogni tanto ammazza un
nero per futili motivi, così, tanto per ricordare che certe forme di razzismo e
di discriminazione non si possono dimenticare.
In Pennsylvania un uomo ha ucciso sei persone
tra cui la moglie e suoi parenti.
A Sidney, uno squilibrato sequestratore ha
tenuto in ostaggio per diciassette ore, in una cioccolateria, decine di persone,
di cui tre sono rimaste uccise, durante il blitz della polizia.
In Pakistan, poche ore fa, un commando di
nove kamikaze talebani ha massacrato 130 bambini e una decina di insegnanti in
una scuola per figli di militari.
Il vile atto di terrorismo è stato così
motivato: “Colpire i più piccoli, per vendicare il dolore con il dolore.
Secondo quanto raccontato da una fonte
dell'esercito, i terroristi, in un delirio di sadismo e perversione, avrebbero
dato fuoco ad un insegnante e costretto i bambini a guardarlo mente moriva.
"Sono entrati in classe e gli hanno gettato della benzina su tutto il
corpo e gli hanno dato fuoco".
Atrocità, cattiveria, ferocia, malvagità, fanatismo.
Qual è la vera natura umana che si manifesta
e dilaga quando cadono i freni della ragione e della coscienza? Quando i valori
della democrazia, della pace, della civiltà giuridica e della convivenza non
hanno alcun senso? Qual’ è la folle idea che spinge a scegliere la violenza e
la barbarie contro un altro uomo, un altro popolo e contro chi è semplicemente diverso?
Perché l’altro deve essere sempre un nemico, un obiettivo da colpire?
16 dicembre 2014 (Alfredo Laurano)
“…Ancora
tuona il cannone,
Ancora
non è contenta
Di
sangue la belva umana
E
ancora ci porta il vento,
Io
chiedo quando sarà
Che
l'uomo potrà imparare
A
vivere senza ammazzare…”
(Auschwitz, Francesco Guccini)
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