Una volta, fino a qualche anno fa, piangevano le Madonne, statuine in gesso, resina o terracotta, di ogni fattezza e dimensione. Soprattutto lacrime di sangue e di dolore. Ricordiamo quella di Civitavecchia, quella di Assemini vicino Cagliari, quella olandese o quella di Medjugorje.
Madonne che piangono, solidali
con la sofferenza umana, che esprimono dolore e compassione, che aiutano la
comunicazione tra le persone, ma che spandono anche profumi, emanano bagliori
accecanti, parlano, stillano sangue: i sensi e l’intero corpo vengono chiamati
in causa dai veggenti e dalle visioni che periodicamente si segnalano,
soprattutto, in ogni parte dell’Italia.
Ma oggi, a piangere è Gesù.
Parlano già di miracolo di Natale
i fedeli che hanno visto lacrimare dall'8 dicembre, giorno dell'Immacolata, una
statua di Cristo che era collocata nel parco di Stupinigi, proprio dietro la
casa di caccia dei Savoia, a Torino.
Tutto sarebbe iniziato mentre alcuni volontari dell'associazione La luce dell'Aurora, da anni attiva in zona, erano in preghiera nella Taverna degli Angeli. Testimoni hanno riferito sulla loro pagina social che "lacrime copiose hanno rigato il volto del Cristo, nel parco di Stupinigi. Il fenomeno sarebbe andato avanti per giorni e la scultura è stata consegnata alla Curia che si è attivata per saperne di più.
L'autore del video, riprendendo
la scena poi pubblicata su Facebook, racconta che la testa della statua al
tatto non risulta bagnata e assicura che non si tratta nemmeno della resina
caduta dagli alberi del parco di Stupinigi. E su La Stampa aggiunge:
"Lacrime vere, che sono un messaggio per tutti noi fedeli", asciugate
con un fazzoletto diventato una reliquia.
Eppure dalla ripresa ravvicinata dell'occhio "incriminato" si può notare che non sgorga né scorre alcuna lacrima dal volto di Gesù. Come sottolinea il sito Bufale.net, infatti, la goccia ripresa all'angolo dell'occhio sinistro resta lì "immobile" per tutto il tempo della registrazione, dunque non è possibile assistere a una lacrimazione in atto. La notizia del 'miracolo', quindi, è ridotta alle parole dei fedeli presenti in quel momento ed è ripresa soltanto dalla stampa locale".
Mi viene in mente il “Crocifisso parlante” con il quale dialogava Don Camillo (Fernandel), il pretaccio burbero e generoso, inventato da Giovannino Guareschi, sempre in conflitto con il sindaco «rosso» Peppone, di Brescello.
Anche quel Cristo, severo e permaloso, qualche miracoletto riusciva a farlo. Pur senza lacrimare.
17 dicembre 2022 (Alfredo Laurano)
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