"C'è solo una ragione che mi spinge a salutare tutti
così e ad avere un funerale in forma privata non voglio disturbare".
È questa la ragione che ha spinto Ennio Morricone a voler
mantenere nella forma più riservata possibile il compianto della sua morte.
Il grande compositore, scomparso questa notte, ha voluto
scrivere nero su bianco il suo necrologio. Parole commoventi pronunciate prima
del suo ricovero al Campus Biomedico, dove era stato ricoverato a seguito di
una frattura del femore e dove è spirato all'età di 91 anni per complicazioni
post operatorie.
L'ultima colonna sonora di Ennio Morricone è stata quella
del nostro isolamento. Dalla “Nuovo Cinema Paradiso Suite” al tema di “C’era
una volta il west”, suonati sui tetti di Roma, alla “Mission” eseguita sul
Canal Grande di Venezia. Serenate per l'Italia, firmate dal Maestro.
La musica di Ennio Morricone ha accompagnato le cavalcate
di Clint Eastwood e le spacconate di De Niro, ha raccontato – al pari delle
immagini – i duelli polverosi e i tradimenti, la povertà e l'amore. L'epopea
americana di Sergio Leone e la Sicilia nostalgica di Tornatore, fino alle
sparatorie pulp dell'ultimo Tarantino.
Le colonne sonore che ha scritto per i grandi capolavori
del cinema hanno guidato anche l'uscita dell'Italia dalla lunga e dolorosa fase
di lockdown. Hanno viaggiato su una piazza Navona deserta, quando i cittadini
di Roma e delle altre città italiane erano in isolamento e in preda alla paura.
Morricone ha scritto la colonna sonora della vita di
tantissime persone e ne era consapevole.
Musicista raffinato e popolare, ha lasciato un'impronta profonda
nella storia musicale del secondo Novecento. Attraverso le sue colonne sonore
ha contribuito a diffondere e rafforzare il prestigio dell'Italia nel mondo. Un
vero e proprio monumento della nostra cultura, orgoglio per il nostro Paese, un
compositore che ha fatto la storia del cinema mondiale, che ci ha fatto
emozionare, sognare, commuovere come pochi altri.
La sua musica gli sopravviverà.
6 luglio 2020.
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