Continuano da cinque giorni le manifestazioni anti-Trump
di migliaia di persone che scendono in strada delle principali città americane,
da New York a Los Angeles, al grido "Is not my president".
“Il muro con il Messico si farà, fuori 3
milioni di clandestini”, ha già confermato, in una intervista alla Cbs, il
miliardario “giallo” eletto alla Casa Bianca.
Il regista Michael Moore, quello che aveva
previsto a giugno scorso la sua elezione ed aveva realizzato il profetico documentario
Trumpland, si è presentato nella hall del grattacielo dove vive il presidente
eletto con la sua famiglia e ha tentato di farsi ricevere.
Al rifiuto del neopresidente, che ha invece
incontrato il leader dell'Ukip Nigel Farage, si è unito ai manifestanti.
Intanto, a New York si sta attuando un’altra
forma di protesta: sui muri della fermata metro della 14esima sono
spuntati dei post-it colorati dove i cittadini continuano a lasciare commenti e
pensieri sul nuovo presidente. In 24 ore erano già più di 3mila. Una specie di
social network a cielo semiaperto.
Tutto sommato, più comodo e, soprattutto, più
civile che scrivere sui muri.
14 novembre 2016 (Alfredo Laurano)
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