Lo scopo è sicuramente raggiunto. Da oggi se
ne parlerà, per giorni e settimane, sulla stampa, sul Web, su tutte le TV, nei
talk di intrattenimento domenicali, pomeridiani e di prima serata. Immagino già
il mellifluo Vespa, il paraculo Giletti, la veggente Madonna D’Urso, il
populista Del Debbio, Striscia e il sempre compiacente Studio Aperto. Non
mancheranno, ovviamente, le reprimenda e i predicozzi della curia vescovile.
Ognuno dirà la sua, con enfasi o malevolenza,
a favore, indignato, ostile, convinto o contrario. Laici contro credenti,
razionalisti contro clero, libertari contro integralisti, maschilisti contro
femministe.
L’occasione è ghiotta, il tema è attuale e
molto popolare e Francesco, il papa che non tace e rompe l’etichetta vaticana,
fa notizia sempre.
E anch'io non mi sottraggo e dico la modesta mia,
anche se so, e me ne dolgo, che faccio il gioco di chi strumentalizza per fare
ascolti e per pubblicità.
Ma queste sono oggi le regole del gioco
quando si fa o si discetta di media e di comunicazione. Ignorare o far finta di
non vedere, non sentire o non sapere non paga la coscienza critica e non aiuta
la causa della dell’antibanalità.
Anno Uno, ieri sera.
Sul finire, irrompono le Femen, in tenuta da
combattimento, calzoncini e tette ignude e pennellate, usate per lavagna: “Attenzione,
i nostri diritti sono in pericolo: siamo qui per rivendicare laicità, la separazione
tra Stato e Chiesa”.
Una esibizione completamente fuori luogo,
surreale e senza senso.
In una trasmissione in cui si discuteva di lavoro
e disoccupazione, dei diritti di studenti e di operai e del ruolo del
sindacato, la stridula conduttrice Giulia Innocenti - che si è detta
“orgogliosa”, ma di che non si è capito - ha ospitato a sorpresa un coup de
theatre, un proclama-pagliacciata, a seni al vento, delle note attiviste
femministe che ci avvertivano dell’imminente attacco ai valori della laicità, che
porterebbe il papa, con la sua annunciata visita a Strasburgo, il prossimo 25.
Con tutto il rispetto per le tante iniziative
delle coraggiose ragazze ucraine, che in passato ho condiviso ed approvato,
l'idea di preoccuparsi per la tenuta laica di una istituzione politica come il
Parlamento europeo - della quale nemmeno fanno parte - per il solo fatto che il
papa ci terrà un discorso, è piuttosto singolare e un anche po’ comica.
Hanno la guerra vera in casa, il loro Paese è
diviso e dilaniato dall’orrore e dalla violenza, i governi brutalmente
rovesciati, la popolazione in miseria, l’economia in caduta libera, schiacciata
dalla Russia... e loro che fanno? Usano il corpo per protestare contro la
minaccia alla laicità?
E non di meno, fanno scappare, offeso, dallo
studio anche l’illuminato imprenditor Brambilla che, fino a quel momento, non
s’era scandalizzato nemmeno per le sue stesse cazzate che aveva sparato, per
attaccare l’ ”arcaico” Landini e il sindacato.
*** |
Ferme restando tutte le ovvie considerazioni
sulla separazione fra stato, chiese e religioni, sui tanti danni che queste
fanno in tutto il mondo e hanno sempre causato nella storia umana, sul
controllo e sull’orientamento delle coscienze, nonché sulla potenza
politico-finanziaria del Vaticano o di ogni altro sistema basato su un credo e
sulla fede, non credo che un intervento del papa (o, per meglio dire, di questo
papa) in un parlamento possa costituire un pericolo, né per la democrazia, né
per la laicità delle istituzioni.
*** |
Pur rappresentando un miliardo di persone, non
ha nessun potere decisionale in quella sede, ma svolge solo la funzione di
diffondere un messaggio, che può essere condiviso o meno, a livello individuale
o internazionale. Ne leggiamo tutti i giorni, anche da parte di ebrei, islamici,
musulmani moderati e di Jihadisti.
Ciò che mette davvero in pericolo la
democrazia è il voler impedire di parlare a chi la pensa diversamente da noi.
Come
succede proprio alle Femen, sempre represse nella loro sete di protesta e di
denuncia.
Stavolta hanno usato la stessa arma che
incombe su di loro.
*** |
Dopotutto, siamo uno stato laico per modo di
dire, o solo quando ce ne ricordiamo, visto che la Chiesa mette bocca su tutto:
dalla politica, all’economia, alla scuola, alle leggi, alle elezioni e non paga
l’Imu.
Certe patetiche sceneggiate, percepite dai
più come grossolane trovate alza share, non servono al dibattito e non aiutano
il confronto.
Andrebbero evitate, anche per non dar luogo
alla immediata, inevitabile caterva di proteste, di reazioni, di insulti e di facili
ironie da parte dei bigotti e di chi non vede l’ora di scotennare il
miscredente.
14 novembre 2014 (Alfredo Laurano)
***Il giorno dopo, a piazza S. Pietro |
Video del Corriere della Sera al seguente indirizzo:
http://video.corriere.it/femen-invadono-piazza-san-pietro-portate-via-peso-polizia/9635aa76-6bee-11e4-ab58-281778515f3d
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