Ma ve l’immaginate Berlinguer o Togliatti o,
addirittura, Gramsci che invitano a cena il gotha dell’imprenditoria italiana
per finanziare il partito?
Si, è vero, erano altri tempi e gli
industriali erano schiavisti e si chiamavano padroni. Oggi, senza classi, senza
ideali, né padroni, domina il profitto e il pragmatismo.
Circa 800 imprenditori, presidenti vari,
dirigenti d’azienda, consulenti e uomini di affari hanno pagato mille euro per
sedersi a tavola con Matteo Renzi e le sue immancabili ancelle coccodè, Boschi
e Moretti.
Più di sessanta tavoli coperti di lino bianco
e rosso e il catering degli chef di Eataly di Oscar Farinetti hanno allestito
la scena del fund raising (raccolta fondi), come è obbligatorio dire oggi:
mille euro per pura filantropia e per il superiore bene dell’Italia, per far
parte del renzismo. Senza, ovviamente, alcun interesse personale.
Civati ha organizzato una colletta
provocatoria per mangiare con il “compagno” premier.
Questo, oggi, è il PD: un partito di élite,
esclusivo per gente bene e danarosa.
Che strizza l’occhio alla Confindustria e si
prostra alle leggi della finanza e del mercato.
Che insegue l’ex popolo di Arcore e disprezza
lavoratori e Sindacato.
E questo è il popolo di Renzi, molto uguale a
quello di Berlusca, senza ancora le Minetti, i Lelemora e il bunga-bunga. Ma
non perdiamo la speranza!
“Prima ancora dei vostri soldi, abbiamo
bisogno delle vostre idee, delle vostre critiche, del vostro coraggio”, ha
detto mister Bean - con aria grata, da buon ruffiano adulatore - nel suo
discorso di ringraziamento.
Mi
permetterei di aggiungerei, però, “mostrate a tutti, con orgoglio da contribuente americano, il
vostro limpido 740 e se vi rimane qualche sudato risparmio, portatelo alle
Cayman”.
7 novembre 2014 (Alfredo Laurano)
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