Da Piazza
del Popolo di Roma a Piazza della Prefettura di Bari. Il mansueto gregge degli “impresentabili” ha “transumanziato”
in Puglia per un’altra patetica esibizione, voluta e guidata dal grande
pastore-ciarlatano di Arcore. Stesso, scontato, abituale copione: inni, slogan e
bandierine; le consuete domandine retoriche - abbandonate ormai anche negli
asili nido - alla piazza belante, che così si sente protagonista e partecipante
(vero, illuminante esempio di arte oratoria ciceroniana); i soliti, ripetuti
attacchi agli avversari politici, al possibile nuovo capo dello stato Prodi,
alla magistratura comunista, ai grillini allo sbaraglio e la feroce e assai
squallida ironia su Vendola: “le sue dichiarazioni fanno sentire stupidi perché
non si capisce niente”.
Infatti, caro pagliaccio rifatto e assai truccato, non
ti sforzare di comprendere. Resta pure nel tuo triste circo, idolatrato da
ammaestrati spettatori, che si sfamano al ridondate desco delle tue banalità e
ammirano i tuoi numeri da aspirante acrobata politico fallito. E che, anche
stavolta, hanno “svoltato”- come si dice a Roma - e hanno fatto un’altra
gitarella in pullman, guadagnato dieci euro ed un panino e dato un senso a una
giornata o a un’esistenza vuota e senza
scopo.
Sentirli
poi, in qualche lugubre intervista, blaterare una qualche vaga idea di pensiero
o inseguire un improbabile tentativo di espressione logica e sensata è
veramente sconcertate e fa vergognare di condividere le fattezze umane.
E’ per
questo che non puoi apprezzare quel linguaggio vendoliano. E’ troppo per te,
troppo lontano dal tuo fittizio mondo artificiale. Perché non sei all’altezza e
vivi con colpevole rassegnazione la tua ignoranza sociale e la tua pochezza
culturale.
Fai parte di
un genere che si nutre e prospera fra i privilegi della ricchezza e la
costante, maniacale aspirazione del potere. Che si esalta tra l’idea fissa
della donna oggetto e il machismo consumato o esibito nelle stanze dei
tuoi pubblici bordelli (a proposito, la D’Addario era in piazza
con Francesca, la tua nuova fidanzata!). Che pensa di poter comprare, col
denaro, le cose, le virtù e le persone. Che studia l’arte del piazzista per
vendere falsi tappeti e fregare un popolo di ingenui creduloni, senza testa e
dignità.
Continua a vegetare
nella tua miseria umana. Qualcuno, forse, un giorno ti spiegherà il senso di
quelle parole “arcane” che non conosci e non puoi capire. A te, non “ar povero
tuo cane.”!
Ma sarà
tardi e inutile, per te e per i tuoi inconsapevoli peones.
14 aprile
2013 (Alfredo
Laurano)
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