La farsa continua. Tre giorni di vergogna nazionale per restaurare poi il
vecchio Napolitano.
Un’inetta classe di “rappresentanti del popolo”, nominati dai partiti
(non dimentichiamolo), ha fatto di tutto
per allontanare sempre di più i cittadini dalla politica e dalle istituzioni.
Questa banda di incapaci allo sbaraglio- PD in testa - non è stata in
grado di eleggere un presidente senza ricorrere all’inciucio e ha supplicato Re
Giorgio, il saggio fra i saggi, di restare a sbrogliare la matassa
ingarbugliata dalla peggio partitocrazia.
L’esatto contrario di quanto chiedevano gli italiani di fronte allo
sfacelo economico e alla deriva morale del paese: cambiamento, rinnovamento,
nuove idee, nuove istituzioni. E invece tutto come prima e peggio di prima. Lo
statu quo ante è stato messo in salvo e in sicurezza.
In molti gridano al golpe. E non è
difficile capire perchè.
Nella lunghissima passerella televisiva che in questi giorni ha stravolto
i consueti palinsesti, abbiamo visto e sentito, con non poco disgusto, personaggi, dichiarazioni e spregevoli
commenti in una continua sfilata di ipocrisie, falsità e abusati luoghi comuni.
In pedana, è sceso il meglio dell’alta moda dei politicanti, degli improbabili
opinionisti dell’ovvio e dei mestieranti della banalità: grandi firme della
vacuità nell’elegante defilè della simulazione e della malafede.
Fra i tanti, qualche illuminante esempio di faccia
tosta e di frasi fatte e reiterate, fino allo spasimo.
“Ma quale golpe bianco, nessun inciucio, solo
assunzione di grande responsabità, per il
(solito… non se ne può più!) bene del paese!”...
“nessun accordo
sottobanco” ”niente tradimenti o candidati divisivi”.
Oppure i vili e goffi tentantivi di ridicolizzare e mettere in difficoltà
i giovani, inesperti grillini - non usi alle trappole linguistiche - da parte
di acrobati della comunicazione e di caricature di inviato alla David Parenzo
de La7.
O, ancora, il servile “Vespa sempre in onda” che ci informa che … “l’opinione pubblica va
anche guidata”, con annesso panegirico finale sulla morigeratezza e sulla
frugalità di Clio Napolitano e del suo incensato consorte, salvatore della
patria a quella veneranda età!
Sofisti dell’inganno parolaio,
miserabili buffoni da circo, macchiette tragicomiche da avanspettacolo!
Intanto, mentre ancora qualcuno si
domanda perché a sinistra non piaccia Rodotà… che è di sinistra...
Berlusconi
esulta, Bersani piange.
Alfredolaurano
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