Un gran bel gesto quello di papa Francesco
che ha scelto quale meta del suo primo viaggio pastorale Lampedusa. L'isola che
rappresenta il confine umano, morale, politico della nostra società e che segna
i limiti della nostra presunta civiltà.
Un gesto
inedito che mette in luce la miseria della politica italiana perché - a parte
Berlusconi che qualche tempo fa ci è andato per far finta di comprare casa e
per costruire campi da golf per i migranti - mai un ministro o un capo di
governo hanno avuto il coraggio di
sbarcare sull’isola per esprimere solidarietà, piangere i morti, esortare
all'accoglienza, denunciare l’indifferenza verso il dramma degli immigrati,
come ha fatto oggi il papa. Si è solo gridato all'emergenza e si sono via via rafforzate
le campagne contro l'invasione e il pericolo dei “clandestini”, anche quando
questi erano e sono bambini o rifugiati.
Come è successo, appunto, poco più di due
anni fa, quando la situazione era giunta al limite dell'esplosione - anche
quella degli isolani più umani e volenterosi – e si è finalmente, in qualche
modo, affrontato il problema con un magnifico
colpo di teatro: navi, spostamenti, tendopoli e distribuzione sul territorio
(solo il centro-meridione per volere padano) e, soprattutto, con dichiarazioni buffonesche e promesse da
ciarlatano.
Ennesima farsa demagogica e populista di tipico
stampo berlusconiano che, ovviamente, sarebbe
potuta andare in scena molto tempo
prima. Ma non ci sarebbe stato il
“consenso” popolare, il plauso mediatico che si è strumentalmente cercato per
aver salvato l’isola, ”mettendoci la faccia”.
E quindi il solito copione: l’acquisto della
casa su internet, il campo da golf, il casinò! “Anch’io lampedusiano”, come
prima, anch'io “aquilano”, come prima operaio, minatore…puttaniere...
Ventimila morti negli ultimi venticinque
anni in quel mare che non riconosce diritti. Neanche ai viaggi della speranza. Nella globalizzazione dell'indifferenza. Che
a ricordarli e a compiere questo gesto di semplice, ma profonda umanità sia il “pontefice
dei poveri”- come qualcuno già lo definisce - è cosa importante, se non altro
sul piano simbolico e per gli effetti che potrà avere sulle troppe coscienze
sopite e ricoperte dal muschio del cinismo. Non mi riferisco a quelle dei politici.
8 luglio 2103 (Alfredo Laurano)
Nessun commento:
Posta un commento