Prima
di tuffarci, smoccolando e maldicendo, nei repellenti calcoli a conguaglio
dell’ Imu sulla casa, con aliquote usuraie, qualche riflessione sulle Primarie,
appena superate.
Come
previsto, ha vinto il buon Bersani - cui va dato merito di aver messo in gioco
con coraggio la sua leadership e il suo partito - che dai gazebo è uscito
rafforzato e più legittimato. Ma ciò che conta e va sottolineato è il successo
che la disfida nel paese ha decretato. Un grande evento democratico che ha
visto la partecipazione di oltre tre milioni di persone che hanno dimostrato di
voler decidere, di avere un ruolo e la speranza di cambiare.
In
tempi di crisi, di disaffezione, di cosiddetta antipolitica e di forti
rigurgiti reazionari, di astensione e qualunquismo, le Primarie del
centro-sinistra hanno risvegliato molti animi sopiti, hanno fatto discutere la
gente, hanno animato il dibattito e prodotto schieramenti e simpatie. In un
modo o nell’altro, hanno suscitato interesse, anche in chi non ha votato.
Devo
dire, pur avendo anch’io votato, che non condivido molto il sistema che apre a
tutti la possibilità di decidere il candidato di uno schieramento - assolte
alcune semplici istruzioni e registrazioni - pur provenendo dall’area
contrapposta. Ciò può favorire strategie machiavelliche e opportunismi di
bottega perché consente alla controparte, per esempio ed in teoria, di
individuare e scegliersi l’avversario più debole, o con meno appeal di un altro,
nell’elezione del premier alle successive politiche.
E’
un po’ come aprire le porte della città protetta e fortificata al munifico
cavallo dei Troiani.
Le
parole di Renzi “con me il PD al 40%” – che comprendeva, ovviamente, un po’ di
voti della destra – lo confermano. Anche le regole del garante sul diritto di
voto al ballottaggio lasciano dubbi e non poche perplessità. Un meccanismo, per
me, da rivedere.
Nell’altro
campo, sembra ormai certo, le attese e la nostra maliziosa curiosità resteranno
deluse e mai sapremo come questo strano e bizzarro giocattolo democratico delle
Primarie sarebbe stato usato e gestito da color che sono “usi a obbedir tacendo”. Per consolazione, sul
Web, ma solo sul Web, sono in corso le “parlamentarie” a cinque stelle (le
Primarie dei Grillini) che, al di là della trasparenza della Rete, escludono
almeno metà degli italiani, che non usa, non comunica e non vota con quel
mezzo.
Anche se il confronto
mediatico dei cinque contendenti, prima, e soprattutto dei due al ballottaggio,
poi, ha dato l’impressione di uno scontro tra rappresentanti di opposte
coalizioni e non già della stessa o dello stesso partito, è stata comunque una
prova, una partita ben riuscita, non solo in termini di auditel. Se n’è parlato
a lungo negli uffici e nelle piazze, nelle fabbriche, nei bar, nelle famiglie.
L’”usato sicuro”, il
“rottamatore ragazzino”, il poeta della sinistra e del lavoro” e gli altri più
distanti e di contorno hanno
appassionato addetti e comuni cittadini, in una sfida vera e senza sconti, tra
polemiche e tensioni, timori ed entusiasmo.
La
Sinistra ne esce consolidata, è cresciuta la fiducia che non va ora sprecata.
Bersani
sarà premier designato, Renzi ha avuto un grande risultato e potrebbe dare un
certo contributo, vendendo il camper e qualche uscita strana. Vendola saprà
condizionare riforme e scelte culturali più a sinistra.
Questa
è la speranza di molti italiani che vogliono essere ancora protagonisti del
loro futuro, restituire alla politica il suo degno ruolo e riorganizzare la
democrazia dal basso, senza derive populiste.
Il
messaggio finale del sindaco toscano, apprezzato da tutti nel suo romantico
realismo - e anche da chi, come il sottoscritto, non l’aveva proprio in
simpatia – va in questa direzione ed è stato di incoraggiamento e di onestà:
“…è’ stato un privilegio per me accompagnare
la vostra speranza, fare questo tratto di strada insieme. Non siamo riusciti a
cambiare la politica. Adesso sarà meraviglioso dimostrare che la politica non
riuscirà a cambiare noi. Abbiamo dalla nostra parte l’entusiasmo, il tempo e la
libertà”.
Allora, Matteo, siamo d’accordo. Non
tutto è da rottamare!
4 novembre 2012
AlfredoLaurano
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