venerdì 28 settembre 2012

OSTRICHE, CHAMPAGNE E ARANCE DI STAGIONE

Non è mio amico e non condivido nulla delle sue idee. Mi ripugna il suo modo di fare giornalismo, infamante e dietrologico, e il perverso profilo professionale uso abitualmente ad  insinuare, a denigrare, a screditare e  a sputtanare  l’avversario. Un nemico del padrone da colpire e distruggere attraverso la misera calunnia, la facile allusione, le minacce di dossier, il perfido sospetto e l’invadenza a piedi uniti nelle scelte personali e nel privato.
Mi disgustano i suoi titoli sparati da omicidio lessicale. E per finire, è pure  degno compagno della sguaiata e odiosa Santanchè.
Può bastare tutto ciò a chiarire la mia scarsa stima nei suoi confronti? E che non lo vorrei amico, neanche virtuale, su Facebook?
Però, comunque e nonostante, il caso Sallusti è emblematico, incredibile e paradossale: condannato in terzo grado e in via definitiva (Cassazione) a quattordici mesi di carcere per diffamazione, senza aver nemmeno scritto l’articolo incriminato ma, tutt’al più, condiviso ed approvato. Oggi sappiamo che l’autore, reo confesso, è tale Renato Farina del PDL, a firma “Dreyfus”, già collaboratore dei Servizi Segreti, radiato dall’albo dei giornalisti e condannato di recente per falso in atto pubblico.

E’ senza dubbio scandaloso che un cosiddetto reato d’opinione, da chiunque commesso, venga punito con le sbarre, in un paese dove  la moralità è assente anche dal vocabolario, la giustizia non è mai uguale per tutti, il peculato e la concussione sono i più praticati esercizi sportivi del potere, la corruzione dilaga e quasi mai nessuno paga.
Dove politici,  amministratori pubblici, consiglieri di comuni e di regioni ed esponenti di partito rubano a mani basse o sono collusi con mafiosi e delinquenti; dove si approvano leggi su misura e  ad personam e dove nessuno si dimette  e nessuno va in galera per reati gravi ed accertati, ma siede impunemente in parlamento, protetto dall’immunità e dal Palazzo, sebbene sia indagato o condannato.  Dove si cerca, assai spesso e volentieri, di colpire e limitare la libera informazione e il libero pensiero.
Voglio ricordare, a tal proposito, e per amor di verità, che molti di quelli che oggi, con non poca ipocrisia, si indignano per la vicenda del martire Sallusti sono gli stessi paladini che hanno sempre chiesto di inasprire le pene,  prevedendo proprio il duro carcere, per chi pubblica intercettazioni non autorizzate. E che pretendevano pure di condizionare la libertà della Rete, attraverso la responsabilità penale dei blogger. Come, peraltro, proprio il buon Sallusti e compari predicavano e auspicavano.
Ma, al di là di questa pur necessaria riflessione, resta sempre a far da sfondo alla tragedia questo nostro incredibile paese, che ingabbia un’opinione e lascia libero chi, ubriaco,  investe e uccide un piccolo pedone. Che tollera abusi e prepotenze della Casta, ma spacca  bocca, gambe e  ali a chi protesta in piazza e anche sul Web.
Che reprime ogni forma di diritto e di dissenso,  che perseguita e spreme lavoratori, pensionati e le classi meno abbienti e costringe gli operai disperati a salire sulle gru e sulle torri d’altoforno, o a scendere in miniera a 400 metri per difendere il posto di lavoro. Quando qualcuno non s’ammazza pure.

Un paese dove, un giorno si e l’altro anche, si paventa il disastro economico alle porte, si combatte la crisi ormai endemica e si decidono, con vera sofferenza, le dure ma necessarie misure per contrastarla, tra un falso pianto di ministra e la mannaia.
Dove però si annunciano, ma non si fanno mai, le riforme indifferibili: il nuovo sistema elettorale, la spending review, la riduzione del numero dei parlamentari sanguisughe, delle province e delle auto blu, il taglio delle diarie e delle indennità da nababbo, dei benefici, dei privilegi, dei furti alla collettività, travestiti da vitalizi. Proprio ieri, sotto casa, ho visto la ministra Severino entrare in profumeria, con quattro uomini di scorta agli angoli e all’entrata, e quattro auto al seguito di scorta. Naturalmente blu.

E’ tutto talmente assurdo e vergognoso da non sembrare vero!
Mentre tagliavano ospedali e posti letto e aumentavano ticket sanitari, hanno usato, sprecato e sperperato i nostri soldi per comprare case, ville e macchine di lusso; per organizzare festini e toga-party, cene sontuose e vacanze a cinque stelle.
Ostriche e champagne millesimato!
Come in Spagna e in Grecia, un grosso fiume di indignazione popolare sta montando da tempo e minaccia di straripare e di inondare di rabbia vera, di melma e di pesanti  detriti questa squallida classe di mariuoli e lestofanti che, non solo rubano impunemente, senza scrupoli e paura, ma offendono soprattutto la dignità di chi paga anche l’aria che respira.

Ci vorrebbe, e non è giustizialismo, ma per sfogo e per catarsi, un po’ di gogna medievale in piazza di Montecitorio, dove ogni offeso cittadino potesse colpire a pomodori in faccia quelle facce di predoni e di furfanti, prima di chiuderli in prigione: senza ostriche e caviale, solo arance di stagione.
Dove Sallusti non ci può e non ci deve andare, a meno che non rubi come qualche suo sodale.
C’è reato e reato, nel codice penale.
Come si dice: scrivi un “pezzo” e vai in galera, ruba tanto e fai carriera!

27 settembre 2012                                             AlfredoLaurano

                                                                                                             

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