Anche
questa Epifania è arrivata, puntualmente, e tutte le feste ha portato via.
Ma
nel suo sacco di doni e di carbone, la generosissima vecchina ha portato anche un carico di neve e gelo
che nel nostro civilissimo Paese ha ucciso già, in due soli giorni, otto poveri
barboni.
Sono oltre 50.000 in Italia,
più di 3.000 soltanto a Roma, i senzatetto, senza casa o senza fissa dimora,
che i francesi chiamano clochard. Anche George Orwell e Pablo Picasso hanno
vissuto per un periodo della loro vita come barboni, girovagando per Parigi.
Per
ora, otto morti assiderati nel silenzio e nel buio della notte, sopra un
cartone e sotto una coperta di scarsa lana e troppa indifferenza. Qualcuno
aveva rifiutato di essere ospitato in un luogo riparato (dormitori, Metro,
stazioni…), offerto da associazioni e volontari, per paura di perdere la
propria casa sotto le stelle, il proprio “prezioso” alloggio di fortuna, ricavato
in un angolo incredibile di città, duramente conquistato. Sotto una pensilina o
un portico, su una panchina, all’ingresso di un negozio chiuso, tra le colonne
del Bernini di S. Pietro o sul pavimento, sotto le lussuose case di insigni
cardinali.
Accanto
ad essi, tutti i loro averi: borse sdrucite della spesa, buste di plastica
piene di nulla, vecchi giornali, avanzi di cibo, conteso da topi ed da piccioni,
e una bottiglia semivuota.
Intorno
ad essi, aria pungente che taglia la faccia a stilettate, gradi sotto zero e
tanta gente che, imbacuccata o impellicciata, dà festante la caccia ai saldi di
stagione.
Ma
quei poveretti, che non hanno che la propria precarietà esistenziale, sono e
restano invisibili, senza volto e senza storia.
Non sono mai in vetrina e
neanche sullo sfondo, ma nascosti alla vergogna degli occhi e della nostra
coscienza collettiva.
(Alfredo Laurano)
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