Perché non esiste più il diario di una volta, fatto di carta, inchiostro e colori, su cui si scrivevano pensieri e ricordi.
A cui si raccontavano segreti e confessioni e sulle cui pagine si disegnavano cuori e freccette o dediche d'amore.
A cui si raccontavano segreti e confessioni e sulle cui pagine si disegnavano cuori e freccette o dediche d'amore.
Era il più fedele compagno della propria intimità, custode di paure, speranze e gelosie e rifugio sicuro e inviolabile dei forti turbamenti dell'età puberale.
Anche se ancora si vende nelle cartolerie e si può comprare all'inizio della scuola, quel magico quaderno appartiene a un'epoca che non c'è più e che sembra assai lontana, di cui pur conserva fascino e profumi.
E’ diventato un documento della nostra storia personale come lo furono le lettere profumate, siglate con bacio di rossetto o ciocca di capelli, o quelle scritte sotto dettatura da pazienti scrivani di mestiere.
Ma, pur volendo conservare la tradizione, non c'è più nemmeno quell'età (l’adolescenza) e l'effervescente tempo delle mele è diventato ormai l'era digitale. Pensieri e sentimenti oggi viaggiano sul Web e il nostro privato ora naviga, si spande e si confonde nel pubblico.
E' un percorso accettato e consapevole, una contaminazione cercata e voluta, forse per un nuovo e urgente bisogno di socialità o di umanità, in un mondo sempre più cinico, asettico e distante.
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